La fortezza, costruita nel 1736 su progetto dell’ingegnere militare Juan Martín Zermeño, utilizzata successivamente come prigione e poi caduta in rovina per l’abbandono, oggi è diventata uno spazio pubblico aperto ai visitatori, rivelandosi, grazie alla sua forte connotazione plastica, un elemento caratterizzante lo stesso profilo urbano di Melilla. Decisivo, nel piano di recupero, il progetto illuminotecnico firmato da Francisco Javier Gorriz Sanchez dello studio spagnolo DCI, tanto da aggiudicarsi il primo premio nella categoria Lighting Designer alla terza edizione del Premio Codega, riconoscimento internazionale dedicato alle soluzioni e realizzazioni di eccellenza nel lighting design e nell’illuminazione a LED. L’intero perimetro è illuminato con toni cromatici caldi, quasi a ricreare il rosso del fuoco, che si dileguano gradatamente lungo il piano verticale, enfatizzando gli elementi costruttivi dell’intera facciata, così da offrirne una lettura priva di piatta uniformità. La rampa d’accesso, realizzata per assicurare la mobilità, è divenuta un elemento di integrazione luminosa che crea una atmosfera suggestiva all’interno del cortile. Un progetto illuminotecnico che rispetta fedelmente l’immagine dell’edificio vestendolo al calar del sole di affascinanti visioni notturne, grazie al gioco di luci e ombre creato da fonti luminose nascoste alla vista.
Il progetto illuminotecnico
Il progetto si è avvalso delle soluzioni illuminotecniche di Linea Light Group, scelte per la loro attitudine ad aderire alla specificità dell’edificio da illuminare, creando una perfetta sincronia tra architettura, ingegneria e lighting design. I prodotti Xenia, profili in alluminio estruso anodizzato con LED di potenza e ottica lineare in policarbonato perfettamente integrati nell’architettura, non interferiscono visivamente con l’atmosfera magica dell’ambiente. Le tre differenti colorazioni LED, volte a ricreare l’effetto del fuoco che si accende, enfatizzano la percezione della fortezza come luogo altamente suggestivo. Un approccio progettuale di forte innovazione, dove la rilettura di un bene culturale fa leva sul “materiale luce”